Quando si può richiedere la NASpI?
La NASpI, ovvero l’idennità mensile di disoccupazione, si può richiedere quando si è perso il lavoro ma rispettando diversi requisiti. L’indennità mensile NaSPI, introdotta dal 2017, si richiede facendo domanda all’Inps, tramite sito web oppure agli sportelli dell’Ente o tramite Caf.
La Naspi è riconosciuta a tutti i lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che perdono senza volontà propria l’occupazione. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e tutti i requisiti necessari per ottenerla.
Chi può chiedere e chi non può chiedere la NASpI
Esistono quattro categorie di NASpI: gli apprendisti, i dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni, i soci lavoratori delle cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative, il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.
Nel 2022, la platea dei possibili beneficiari si è allargata anche queste categorie: operai agricoli a tempo indeterminato dipendenti dalle cooperative e loro consorzi. Si tratta di realtà produttive dove si lavora a tutto tondo (trasformazione, manipolazione e commercializzazione) di prodotti agricoli e zootecnici secondo determinati riferimenti normativi (legge n.240 1984). Per maggiori dettagli si consiglia di contattare direttamente l’INPS e farsi togliere qualsiasi dubbio direttamente da un esperto.
Non possono richiedere l’indennità mensile di disoccupazione queste categorie: dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, operai agricoli a tempo indeterminato, lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionali, lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato, i lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità.
Altre situazioni in cui è possibile chiedere la Naspi
La Naspi chiede come requisito fondamentale lo stato di disoccupazione involontario. Significa che l’ex lavoratore che chiede l’indennità è privo di impego e, in più, è iscritto al portale nazionale delle politiche del lavoro con lo stato di disponibilità immediata allo svolgimento di attività lavorative o a misure di politica attiva del lavoro. L’Inps secondo normativa riconosce tutti questi casi per la domanda NAPsI.
Dimissioni per giusta causa, quando il lavoratore decide di lasciare il proprio impiego per libera scelta e per cause indotte da comportamenti altrui.
Dimissioni chieste nel periodo di maternità, quindi entro trecento giorni prima della data presunta del parto e fino al compimento del primo anno di vita del nascituro.
La legge riconosce tre casi di risoluzione consensuale come condizione per chiedere la Napsi. La prima è quando la risoluzione consensuale avviene con procedura di concilazione presso la direzione territoriale del lavoro. Il secondo caso simile è quando il lavoratore rifiuta di trasferirsi in una sede della stessa azienda lontana più di 50 chilometri e percorso con mezzi pubblici lungo ottanta minuti e più. C’è poi il caso del licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione riconosciuto con un decreto legislativo del 2015.
Ultima situazione riconosciuta per la domanda Naspi è il licenziamento per motivi disciplinari, parliamo quindi di fatti gravissi compiuti dal lavoratore spesso che hanno portato l’azienda alla decisione di licenziare in tronco il dipendente.
Il requisito contributivo e la durata della Naspi
L’indennità di disoccupazione spetta a partire dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, del termine del periodo di maternità, malattia o infortunio, dal trentottesimo giorno successivo al licenziamento per giusta causa.
La prestazione è pari la 75% della retribuzione media mensile, l’indennità non è infinita, infatti si riduce del 3% ogni mese a decorrere dal primo giorno del sesto mese di fruizione. Questo meccanismo spinge il disoccupato ad accelerare la ricerca di lavoro oppure ad attivarsi nel formarsi a nuove competenze o cercare apprendistati.
Il requisito contributivo è il secondo elemento importante dopo lo stato di disoccupazione. Per richiedere la Napsi è necessario un periodo minimo di ottenimento di contributi nei quattro anni precedenti la richiesta. Nel dettaglio servono tredici settimane dall’inizio della disoccupazione. All’interno del requisito contributivo, l’Inps considera i contributi previdenziali, quelli figurativi accreditati per maternità, i periodi di lavoro all’estero, i periodi di astensione dal lavoro.